"Il tedesco è diventato come una bestia": così i cacciatori che passano per la campagna parlano di Antonio Ligabue, ridotto in stato ferino. Di notte, si reca al paese e dipinge sul muro una serie di animali a carbonella. Un pittore, Marino, apprezza la sua opera, tanto da portargli del compensato e dei pennelli per dipingere e da invitarlo nel suo studio. Il pittore chiede a Ligabue perché non disegni mai uomini, ma solo animali: emblematicamente, Ligabue risponde che "Siamo tutti bestie". Toni, in paese, incontra suo padre, anche lui inviato nella casa per anziani, odiato dal padre che considerava uxoricida della madre. A seguito di una grave crisi, il tormentato artista viene rinchiuso in manicomio.